Addio a Laura Antonelli, “Divina Creatura” del cinema italiano, amata anche da Luchino Visconti
È morta nella sua casa di Ladispoli dove viveva da sola l’attrice Laura Antonelli. A dare l’allarme la donna delle pulizie che questa mattina, intorno alle 8.30, ha rinvenuto il corpo riverso a terra. Non è chiaro da quanto fosse così mentre sulla causa del decesso non ci sono dubbi: un malore.
A dirlo all’Agi uno dei suoi legali, Lorenzo Contrada: “L’ultima volta che l’ho sentita è stato alcuni mesi fa. Era serena, anche se molto provata da questi ultimi anni di giudizi, accuse, condanne e assoluzioni. Ripeteva spesso che non le interessava la vita terrena e che era certa che sarebbe stata premiata ‘dopo’. Non si sentiva adatta a fare alcuni tipi di film e credeva che la sua vita fosse quella di questi ultimi anni: vivere in un bilocale con poco e con la dignità di una persona che sta a casa, va a fare la spesa, va in chiesa e non frequenta nessuno.
Voleva vivere nella preghiera. Aveva una fortissima dignità e un grandissimo orgoglio e aveva accettato con difficoltà che fosse nominato un tutore che l’ha aiutata e seguita e le forniva quello di cui aveva bisogno per il sostentamento”.
Il biglietto L’assessore ai Servizi sociali del comune di Ladispoli, Roberto Ussia ha svelato che l’attrice aveva indicato in un biglietto le persone da avvisare in caso di morte: il fratello Claudio, uno dei parroci di Ladispoli, l’attore Lino Banfi e l’ex attrice Claudio Koll. “Ora – spiega Ussia – stiamo cercato di rintracciare il fratello che vive in Canada”. Sarà a lui a decidere tempi e modi dell’ultimo saluto. L’Amministrazione comunale ha comunque annunciato che i funerali si svolgeranno nella chiesa parrocchiale di Santa Maria del Rosario e saranno celebrati dall’amico sacerdote don Alberto Mazzola. Per espressa volontà dell’attrice la camera ardente non verrà allestita.
La carriera Laura Antonelli aveva 73 anni ed era nata a Pola il 28 novembre 1941 in una famiglia istriana. Proprio le sue origini l’avevano costretta ad una vita da profuga. Prima a Napoli, poi a Roma dove, dopo una breve esperienza da insegnante di educazione fisica, aveva cominciato a frequentare il mondo del cinema e dello spettacolo. Alcuni caroselli, fotoromanzi, film e, nel 1973 la consacrazione interpretando il ruolo di una sensuale cameriera in Malizia di Salvatore Samperi. Il film, campione di incassi con 6 miliardi di lire, divenne un vero cult movie con l’attrice che, oltre a diventare un “icona sexy”, conquistò sia il Nastro d’Argento alla migliore attrice protagonista che il Globo d’oro alla miglior attrice rivelazione, premio della stampa estera.
Nel 1976 interpreta il personaggio di Giuliana ne L’innocente di Luchino Visconti, nel 1977 è in Gran bollito di Mauro Bolognini e nel 1981 in Passione d’amore di Ettore Scola, per il quale riceve una candidatura al David di Donatello per la migliore attrice non protagonista.
Il declino La fama di Laura Antonelli subisce una brusca battuta d’arresto il 27 aprile 1991, quando nella sua villa di Cerveteri vengono trovati 36 grammi di cocaina. L’attrice è arrestata dai Carabinieri de trascorre qualche giorno a Rebibbia. In primo grado viene condannata a tre anni e sei mesi per spaccio di stupefacenti. Nel 2000, però, la Corte d’appello di Roma l’assolve riconoscendole l’uso personale.
Sempre nel 1991 gira Malizia 2000 ma il seguito del film che le aveva dato il successo è un flop. Proprio durante la realizzazione della pellico si sottopone alle cure di un chirurgo estetico cure che, però, le deturpano il viso. È l’inizio di un lungo calvario giudiziario che si accompagna anche a problemi di natura psichica. Nel 2006 la Corte d’Appello di Perugia le aveva riconosciuto un risarcimento di 108.000 euro, più gli interessi, per i danni di salute e di immagine patiti a seguito della sua odissea giudiziaria, protrattasi per nove anni.
L’amico Lino Banfi Per l’attore e amico di sempre oggi è soprattutto il giorno del dolore. Negli ultimi anni si era battuto perchè fosse concessa a Laura Antonelli la legge Bacchelli. E oggi commenta: “Mi dispiace non aver fatto di più”. “Credevo che sarebbe morta di solitudine – commente – e così è stato. Qualunque sia la causa della sua morte, per il 90% è dovuta alla solitudine”.
Il ricordo di Belmondo Con l’attore francese Laura Antonelli ebbe una relazione durata nove, turbolenti, anni. Oggi lui la ricorda così: “Fu per me prima di tutto una compagna adorabile, dallo charme eccezionale. Fu anche una partner di grande qualità, che tutti apprezzavano sui set. Di lei voglio conservare solo questi meravigliosi ricordi”.
Il saluto del mondo dello spettacolo “Era una bella creatura, era molto femminile. Ed è questo che attraeva il grande pubblico. Non è riuscita a gestirsi meglio, si è fatta circondare da gente incredibile, piena di droga. È un vero peccato. Era una ‘femminissima”. Rimpiango la ragazza che era, quella che è diventata non mi interessa” così Lando Buzzanca ha commentato la scomparsa dell’attrice con cui, nel 1971, girò Il merlo maschio. “Le ho fatto fare Il merlo maschio – racconta – In realtà non doveva essere lei ad interpretare il film, ma un’attrice francese che però si era sposata. Allora Pasquale Festa Campanile mi disse che c’era una ragazza che poteva andare.
Era proprio Laura Antonelli: l’ho vista quando è entrata in scena. In quel ruolo era brava. Per stare con me, Antonelli ha fatto anche un altro film, All’onorevole piacciono le donne interpretando la monaca. Abbiamo avuto un flirt breve. Il 24 agosto compio 80 anni, avrei voluto invitarla”.
Testo tratto da un servizio pubblicato su WWW.ILTEMPO.IT, visionabile integralmente tramite il seguente link: http://www.iltempo.it/cultura-spettacoli/cinema/2015/06/22/e-morta-l-attrice-laura-antonelli-1.1429067
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