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Addio a Sandro Roticiani, fotoreporters protagonista degli ultimi trenta anni della nostra storia

 

Quando viene a mancare una persona cara, un vero amico, è molto difficile esternare in modo sereno i propri sentimenti, ed è quello che mi è successo e mi succede in questi giorni, dopo la morte del mio trentennale amico Sandro Roticiani, uno dei fotoreporters più quotati nel mondo del giornalismo, e sopratutto del mondo dello spettacolo, che lo ha visto protagonista, insieme a me e ad un pugno di altri colleghi, degli ultimi 30 anni della nostra storia, immortalata dai nostri obiettivi per essere poi proposta, sulle pagine delle più importanti testate giornalistiche nazionali ed internazionali, per la gioia dei milioni e milioni di lettori, che solo tramite le nostre immagini hanno potuto e possono avere quell’informazione che, senza di noi, non avrebbero potuto e non potrebbero avere.

 

Trent’anni di sacrifici e di duro impegno professionale, che ha rubato a noi ed a lui i migliori anni della nostra vita, ma che ci ha però permesso e ci permette di essere sempre presenti sui luoghi dei più importanti avvenimenti, per raccontare quanto è avvenuto ed avviene, in questa società che nel corso degli anni ha perso alcuni dei più importanti valori, compresa la libertà d’espressione, che solo i fotoreporters, con il loro certosino lavoro e con la loro grinta e determinazione, con le loro preziosissime immagini, riescono ancora a far trionfare, pur tra mille e mille difficoltà.

 

E Sandro Roticiani, di questa battaglia per la libertà d’espressione e l’affermazione della verità, manifestata anche attraverso le sue immagini, ne è stato grande protagonista, lottando duramente tutti i giorni per poter realizzare quelle immagini che il grande pubblico vede proposte sulle pagine patinate dei periodici a grande tiratura, senza rendersi però conto di quanto impegno e quanti sacrifici tali immagini sono costate e costano ai fotoreporters che le hanno realizzate.

 

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Immagini che sono determinanti per dare valore e validità ad un servizio giornalistico, che se dovesse basarsi solo sul semplice testo, buttato giù dai vari giornalisti, o pseudo tali, che compongono le redazioni delle varie ed innumerevole testate giornalistiche, non riscuoterebbe alcun interesse, sopratutto perchè non corroborato dalla prova fotografica.

 

Una battaglia, quella per il riconoscimento del valore professionale dei fotoreporters, che ha visto impegnato Sandro Roticiani su più fronti negli ultimi anni, anche con il supporto della FPA, associazione che rappresenta i fotoreporters professionisti, della quale è stato anche il Presidente.

 

Ci sarebbero tanti aneddoti e tante e tante altre cose da raccontare sull’amico Sandro Roticiani, ma in questo triste frangente non me la sento di farlo, perchè ogni cosa detta non avrebbe lo stesso valore e la stessa intensità delle cose dette e fatte da lui in prima persona.

 

E l’immagine che ho deciso di pubblicare in questo servizio, è un’immagine che lo rendeva orgoglioso di fare la sua amata professione, pur tra gli alti ed i bassi dovuti all’incertezza che il mondo dell’editoria, da anni in crisi, impone agli operatori dell’informazione, e sopratutto ai fotoreportrs, i veri protagonisti, da quando è stata inventata la fotografia, del mondo dell’informazione.

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