La Senatrice Paola Pelino condannata per non aver saldato 11.000 euro ad un negozio d’abbigliamento ??
Il giornalista Giuseppe Caporale, su Repubblica (www.repubblica.it), “rivela” che la Senatrice PDL Paola Pelino è stata condannata, dal Tribunale di Pescara, per non aver pagato il conto relativo all’acquisto di alcuni capi di abbigliamento, da lei fattisi consegnare e mai saldati.
Noi conosciamo bene la serietà della Sen. Paola Pelino e, quindi, nutriamo seri dubbi sulla dinamica dei fatti raccontati dal giornalista Giuseppe Caporale.
Da cosa derivano i nostri dubbi ?
Per prima cosa, il giornalista che ha riportato la notizia è noto per essere (vuoi per voglia di protagonismo, vuoi per infiniti altri interessi) spesso di parte, poi, sappiamo bene che la Sen. Paola Pelino, pur essendo un’imprenditrice di successo ed una parlamentare di tutto rispetto, vive la sua quotidianità in modo semplice, a stretto contatto con la realtà del territorio abruzzese (che la ha dato i natali e che la impegna umanamente e professionalmente, per poter dare risposte concrete a quanti, ogni giorno, le rivolgono richieste e sollecitazioni di ogni tipo) e non avrebbe mai commesso, volontariamente, ciò di cui la si accusa.
Ed è sicuramente la sua vita eccessivamente frenetica, senza mai un attimo di pausa, che l’ha portata a trascurare l’impegno economico oggetto dell’articolo di Repubblica, e non, come si vuole far credere, la sua volontà di approfittare del suo ruolo di parlamentare, per risparmiarsi 11.000 euro che, per la Pelino, che è titolare di una delle più importanti industrie alimentari e dolciarie del mondo, non rappresentano certo un problema.
E’ stato, semmai, il sospetto (e le realtive voci, diffuse ad arte) che lei aveva approfittato, o voluto approfittare del suo ruolo, che ha fatto infuriare la Pelino, che, sentendosi diffamata ed infangata, ha ulteriormente tardato il pagamento di quanto da lei dovuto (non lo ha mai negato) al negozio nel quale si era recata per fare acquisti.
Una brutta storia di giornalismo e di vita quotidiana, sulla quale riflettere, che, evidentemente, ha portato vantaggi solo al negozio di abbigliamento ed al giornalista Giuseppe Caporale.
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Il servizio di Repubblica:
PESCARA – La senatrice del Pdl Paola Pelino ha comprato 11 mila euro di abiti firmati in una boutique, ma non li ha mai pagati.
Ed ora è stata condannata a saldare il dovuto, con tanto di spese legali. “Se li fece consegnare in albergo, assicurando che poi sarebbe passata per il saldo”, raccontano i titolari del negozio by Gabrielli di Pescara che da tre anni rincorrono la Pelino per farsi pagare.
Prima i solleciti telefonici, poi le lettere dell’avvocato. Infine la causa in tribunale. Ora c’è una sentenza di primo grado che condanna la senatrice eletta in Abruzzo nelle fila del partito di Berlusconi a saldare il conto. Una sentenza provvisoriamente esecutiva, con tanto d’ingiunzione in Parlamento che le ha creato non pochi imbarazzi nel suo primo giorno a palazzo Madama.
Non solo, la vicenda imbarazza anche il gruppo imprenditoriale di famiglia dell’onorevole, l’azienda di confetti Pelino di Sulmona (nota in tutto il mondo).
Senatrice, come mai non ha saldato quel conto? Guardi, è tutta una montatura dei giornali di sinistra e dei miei avversari politici in Abruzzo.
Ma c’è una sentenza… Mi risulta che il mio avvocato abbia presentato ricorso in appello in quanto quel negozio non mi ha mai rilasciato lo scontrino.
Il negozio replica sostenendo che “le vendite alla senatrice sono avvenute in ossequio alla disciplina tributaria” e che lei solo oggi parla di mancata emissione degli scontrini fiscali, mentre nulla aveva mai eccepito a riguardo, nonostante i diversi solleciti che le erano stati avanzati “tutti ampiamente documentabili” sostengono. Saprò replicare nella sede dovuta.
Quei vestiti però lei li ha presi. Perché non li ha pagati? Ma questo cos’è, un interrogatorio? Che domande sono…
L’Espresso racconta che nella vicenda è rimasto coinvolto anche il senatore Gaetano Quagliariello. Lasciate fuori da questa storia Quagliariello, non c’entra proprio nulla. E’ stato tirato in ballo solo perché il giorno dell’inaugurazione del suo comitato elettorale a Pescara, la titolare del negozio mi è venuta incontro inveendo. Non l’aveva nemmeno riconosciuta.
Eppure i legali della boutique hanno dichiarato in un comunicato che il senatore Quagliariello si è recato nel negozio nel periodo pre-elettorale auspicando una composizione bonaria della vicenda. Io sono una persona trasparente… Adesso però basta, dovete parlare con il mio avvocato.