“Una Camera per Due”: Stop momentaneo al film, perchè molta documentazione non è attendibile.
Stop momentaneo a “Una Camera per Due”, il film-inchiesta diretto dal regista Gianni Volpe, messo in cantiere con l’intenzione di indagare giornalisticamente sullo scandalo abruzzese denominato “rimborsopoli”.
Gianfranco Marrocchi, il produttore del film, nonché nostro editore, ha deciso di bloccare temporaneamente le riprese del film, perché gran parte della documentazione fornita alla Produzione, nonostante ad un primo sommario esame sembrasse degna di fede, dopo un accurato controllo da parte della produzione stessa, molto scrupolosa nell’esaminare prove e testimonianze delle quali è venuta in possesso, sono risultate per lo più inattendibili, se non completamente false, probabilmente fornite agli autori del film per creare scompiglio in periodo pre-elettorale.
Gianfranco Marrocchi, intervistato da un’importante agenzia di stampa, ha detto:
“Sono amareggiato. Persone di pochi scrupoli, certamente abilmente assoldate per gettare fango su alcuni candidati politici delle prossime elezioni alle porte, hanno ingannato la Produzione per rendere strumentale ai loro interessi il film-inchiesta che io ed altri amici avevamo deciso di realizzare, in modo onesto e scevro da condizionamenti, per approfondire alcuni aspetti dello scandalo abruzzese denominato “rimborsopoli”, clamorosamente e inaspettatamente balzato al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica e dei mass-media.
E’ evidente che, se non avessimo messo in campo l’intelligenza, l’onestà intellettuale, le capacità professionali ed il nostro infallibile “fiuto”, che ci ha spinto ad indagare in modo più approfondito del solito sulla documentazione e sulle testimonianze raccolte, non ci saremmo resi conto di essere stati vittime di un abile raggiro (sicuramente studiato a tavolino in tutti i suoi dettagli da persone molto in alto, e molto meschine), e quella che noi desideravamo portare avanti come un’operazione di verità, se fossimo caduti nella trappola ed avessimo utilizzato il materiale fornitoci senza accertarci al 100% della sua veridicità, si sarebbe invece trasformata in una “macchina del fango” di proporzioni incalcolabili.
Fortunatamente, noi della produzione ci siamo accorti in tempo del raggiro perpetrato a nostro danno e, quindi ci siamo bloccati temporaneamente per riorganizzare gli elementi in nostro possesso e, se possibile, acquisirne di nuovi, anche se ciò comporterà, per me e per coloro che mi hanno affiancato economicamente nella realizzazione del prodotto filmico, una perdita di denaro più che consistente.
Ma la cosa più importante, per me, non è ottenere a tutti i costi un ritorno economico, ma avere sempre, in qualsiasi circostanza, la coscienza a posto; e la scelta di dare uno stop temporaneo alla produzione, mi conforta in tal senso”.
Ora, però, per quanto ci è dato sapere, Gianfranco Marrocchi non getterà nel cestino tutta la documentazione della quale la Produzione è entrata nei giorni scorsi in possesso, ma raccoglierà pazientemente tutto ciò di accertata veridicità (compreso un servizio fotografico del quale molti vociferano e del quale ”Il Fatto Quotidiano” ha rivelato l’esistenza, facendo la seguente considerazione: ”L’eventuale pubblicazione di queste fotografie, anzi la loro semplice esistenza, rischia di condizionare la campagna elettorale di Chiodi, non meno del film sulla storia con Marinelli”), e lo ricomporrà per poter ripartire con il progetto filmico sul quale lui ed altri amici hanno investito tempo, denaro e passione giornalistica, ma tutto ciò dopo la tornata elettorale, per non creare scompiglio tra le varie forze politiche in ballo.